L'AUTOPRODUZIONE DEI SEMI
“ma i semi sono invisibili. Dormono tutti nel segreto della terra finché a uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi.
Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido, innocuo germoglio”
Antoine de saint- exupéry
C’è un passaggio nel libro di anna martellato, «il nido delle cicale», che mi ha subito catapultato a questo periodo dell’anno.
C’è scritto:
«…una virgola verde portare sopra di sé un seme spaccato in due. Giorno dopo giorno quella viscera verde crebbe, il seme cadde e la virgola divenne un germoglio, con due foglie soltanto. Crebbe ancora, divenne una piantina e fece altre foglie…».
Le nostre verdure nascono in parte dai semi che mio padre, da sempre, si ricava da solo dai migliori ortaggi di ogni stagione, lasciandoli maturare sulla pianta per poi raccoglierli e prenderne i semi che andranno a far parte della produzione dell'anno successivo. E in azienda abbiamo riportato questa pratica, seguendo lo sviluppo delle piantine a partire dal seme fino alla messa in campo e alla raccolta dei loro frutti.
Perché nei semi c’è il racconto e c’è il disegno. Perché è dai nostri semi che cominciamo a mettere testa a quello che sarà l’orto e quindi ad organizzare il nostro semenzaio. E già a gennaio si è cominciato, con i peperoncini che hanno tempi di germinazione più lunghi rispetto a tutto il resto.
È una piccola grande impresa quella dell’autoproduzione dei semi che non ammette errori perché il grado di germinabilità dipende da tanti fattori.
Dalla condizione dei semi stessi ad esempio, per cui si devono togliere dal frutto nel momento giusto. Dalla loro pulizia, che deve essere accurata per non lasciare tracce di polpa dell’ortaggio, o filamenti o gelatina dello stesso. Noi infatti, per evitare che rimangano certi residui, siamo soliti lavarli ben bene sotto acqua corrente.
Bisogna poi lasciarli asciugare altrettanto bene perché devono letteralmente essiccare, in modo che l’umidità sia completamente rimossa: questo passaggio lo facciamo in modo naturale, esponendo i semi ben lavati al sole e mescolandoli ogni tanto perché non si attacchino l’uno all’altro.
E poi c’è la loro conservazione, perché devono riposare al buio e in luogo fresco, riposti in vasi in vetro, dal momento della selezione fino al momento in cui verranno piantati.
Passano mesi di attesa, è un po’ come un letargo da cui risvegliare lentamente la natura. Ma è sempre una magia.
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